E’ chiaro che come da dichiarazioni stampa Joachim Low voleva dimostrare che la Germania sarebbe stata la prima squadra ad annullare l’influenza di Pirlo ( più facile a dirlo che a farlo), ma inspiegabile è il motivo per cui abbia ceduto a snaturare il calcio tedesco per attuare ciò. In mezzo al campo succede di tutto, 10 minuti di grande intensità fisica tedesca e poi i nodi vengono al pettine. Il centrocampo non riesce a coordinarsi e la densità voluta da Low si riversa contro i tedeschi, infatti mentre Schweinsteiger mantiene la marcatura a uomo sulla mediana, Khedirà si incarica di fare da vertice a Kross e Ozil, ma i risultati sono disastrosi. Prandelli legge subito la partita, la Germania gioca solo d’interferenza e non pressa, le uscite di Khedirà lo portano lontano dalla fase difensiva e i suoi tempi di rientro sono insostenibili per la difesa tedesca, così Cassano e Chielllini attaccano sistematicamente la fascia di Boateng….. Sul gol la posizione di Boateng non è anomala, Cassano infatti spesso su lancio lungo di Pirlo attacca lateralmente la porta per rimettere in mezzo la palla (gli stop in terra su lanci da 30 metri fanno parte degli Show di Cassano), la scorribanda di Chiellini non è assorbita nè da Kroos nè da Khedirà (in evidente ritardo), lasciandogli guadagnare campo sulla trequarti. Una Germania a dir poco irriconoscibile!!! Costretta ad arrivare sempre con un tempo di ritardo sul possessore di palla, sembra pure priva di un’organizzazione tattica difensiva (forse Low pensava che il corridoio in fascia passasse inosservato a Prandelli). L’Italia così gode del vantaggio posizionale cercando di coprire il campo evitando il più possibile di sprecare metri di corsa, domina il centrocampo e vince la partita proprio con questo reparto.Prandelli …infatti..vince la partita sulla scelta di chi andrà ad attaccare le spalle di Khedirà, non cede alla tentazione di spingere uno dei centrocampisti (inserimento di De Rossi o taglio di Montolivo) e opta per arretrare Cassano. Una scelta da alta scuola, perchè Montolivo ha il compito del fallo tecnico qualora Khedirà si imbucasse e in più schiaccia il rombo di centrocampo rafforzando la pressione quando l’Italia accorcia, agisce sulle seconde palle (il secondo gol parte da una seconda palla recuperata in fascia) e una volta recuperata verticalizza su una delle due punte per far risalire la squadra, in più si porta a spasso Schweinsteiger che lascia la mediana libera per Cassano.E’ bravo l’attaccante di Bari vecchia proprio a nascondersi dietro Khedirà mandando in confusione lo stesso Boateng che inizia ad avere dubbi se attaccare la profondità o seguire Cassano, dato che sà benissimo che il suo compagno di squadra va avanti appena possibile. Prandelli disciplina pure De Rossi vero difensore aggiunto a supporto di Pirlo che aspetta costantemente il transito di Ozil, la sua prestazione contribuisce a non dare spazio ai tedeschi che rimangono chiusi nel loro schema, le sue uscite sono dosate con il contagocce. Il rombo dell’Italia non si snatura mai, l’intuizione di mantenere una corta distanza tra i due vertici (Montolivo,Pirlo) vince e convince, in fase offensiva e in fase difensiva, amministrando geometrie e linee di copertura, tutto sotto la guida del maestro d’orchestra Andrea Pirlo. La Germania del primo tempo invece è sembrata una debuttante con Kroos che gira cercandosi la posizione, Gomez sperduto senza il supporto di Ozil che agisce da trequartista puro, Podolski completamente fuori dal gioco e i due mediani incapaci di allargare e imporre la loro forza fisica a centrocampo…… forse l’ossessione di controllare Pirlo ha fatto dimenticare a Joachim Low che l’Italia quando si sente una squadra è più forte delle qualità dei singoli e i tecnici di Coverciano sono un modello mondiale da studiare. A presto